FONDAZIONE DELLA CONTRO-GUERRIGLIA IN TURCHIA
All’inizio degli anni ‘90, l’esistenza di organizzazioni contrarie alla guerriglia sono state riscontrate nei paesi della NATO e in paesi come la Finlandia e la Svezia, che non fanno parte del Patto Atlantico. Tuttavia, sebbene la Turchia sia un membro della NATO, l’esistenza di un’organizzazione di contro-guerriglia in Turchia è sempre stata occultata. Forse i paesi imperialisti europei non hanno più bisogno di organizzazioni di contro-guerriglia, ma l’oligarchia turca ne avrà bisogno per molto tempo ancora, poiché non è mai stato possibile porre fine alla lotta rivoluzionaria e alla lotta di liberazione nazionale, al contrario, per il Sistema la pericolosità di una rivoluzione sta diventando sempre più concreta.
Né l’oligarchia né l’imperialismo potrebbero vivere in pace con il fermento di un costante pericolo rivoluzionario. Pertanto, dagli inizi degli anni ’90, il ricorso alla contro-guerriglia – e quindi alla lotta contro il popolo – è stata intensificata. Le attività della contro-guerriglia sono aumentate e sono state istituzionalizzate divenendo prassi di Stato, attraverso la guerra psicologica, le sparizioni, le esecuzioni, i massacri, i delatori, gli incendi dei villaggi, l’aumento delle provocazioni, la spinta ai fenomeni emigratori e l’intensificazione delle denunce di rivoluzionari e patrioti.
Furono istituite nuove organizzazioni come le Unità Speciali e il servizio segreto dell’esercito, il JITEM Jandarma İstihbarat ve Terörle Mücadele, furono impiegati i traditori della contro-guerriglia e furono legalizzate le Geçici ve Gönüllü Köy Korucuları (guardie cittadine). Tutto ciò significa condurre una guerra contro le persone. Questi metodi di repressione popolare non sono una novità: usati in primis dagli imperialisti contro tutti i popoli che volevano mantenere la propria indipendenza, specialmente dall’imperialismo degli Stati Uniti e dalla CIA – suo centro contro-guerrigliero.
Quando gli Stati Uniti iniziarono ad ampliare e ad assicurarsi l’ordine mondiale capitalista dopo il 1945, furono create organizzazioni di contro-guerriglia in tutti i paesi del mondo raggiunto dalla loro sfera di influenza. L’obiettivo non era quello di proteggere questi paesi dal pericolo di un’ “occupazione comunista”, ma in realtà volevano impedire le lotte di liberazione nazionale e le rivoluzioni, per portare al potere i governi collaborazionisti e mantenerli lì con l’aiuto delle organizzazioni di contro-guerriglia. In questo modo i Paesi prescelti dovevano essere resi dipendenti dagli Stati Uniti e trasformati in una risorsa costante per lo sfruttamento. Pertanto le organizzazioni contro-guerriglia non sono state create solo nei paesi della NATO, ma sono state istituite in tutti i paesi che hanno collaborato con gli Stati Uniti.
Gli esperti militari Peter Paret e John W. Shy hanno palesato le finalità degli Stati Uniti in questo modo: “L’obiettivo è rafforzare l’autorità dei governi che sono sostenuti dagli Stati Uniti, assicurando i loro regimi.” (P. Paret e J.W. Shy, Guerriglieri negli anni ‘60, pag. 42)
“Gli Stati Uniti possono e devono schierare i contro-guerriglieri per schiacciare i governi, che siano essi di sinistra o di destra, che non agiscono secondo i loro desideri. […] Il nostro proposito è quello di istituire governi amichevoli anziché ostili e che quindi agiscano in conformità con i nostri interessi.” (ibidem, pag. 302)
Per raggiungere questi obiettivi, gli Stati Uniti hanno programmato, portato avanti o sostenuto i colpi di Stato in molti Paesi. Il colpo di Stato militare del 1973 in Cile, ad esempio, fu pianificato dal direttore finanziario del monopolio americano ITT. Il presidente socialista del Cile Allende, che aveva vinto le elezioni democraticamente, è stato abbattuto e al suo posto è stata insediata una giunta militare. Nel 1953, la CIA fu coinvolta nella caduta del governo del primo ministro Mossadeq in Iran e Feyzullah Zahidi, messo al potere al suo posto dalla CIA, era stato un sostenitore dei nazisti. In Grecia, i governi erano gestiti da contro-guerriglieri. Gli Stati Uniti intrapresero una guerra aperta in Vietnam, in Corea e in altri Paesi. L’America Latina, nota come il “cortile degli Stati Uniti”, fungeva da laboratorio per la contro-guerriglia.
La contro-guerriglia in Turchia, rafforzata negli anni ‘80 e che sta effettivamente manovrando il governo, ha intrapreso un’intensa repressione contro la popolazione dagli anni ‘90, attraverso l’esempio delle metodologie usate in precedenza dalla CIA nei Paesi sopracitati.
IL PRIMO CENTRO CONTRO-GUERRIGLIA:
IL “GRUPPO DI LAVORO DI MOBILITAZIONE”
Nel 1947, il governo del CHP cambiò il sistema da monopartitico a multipartitico, a causa delle relazioni con i paesi imperialisti, specialmente gli Stati Uniti. Questa fase è stata molto importante per la Turchia. Le relazioni con gli Stati Uniti si svilupparono rapidamente sotto il governo del DP Demokrat Parti (Partito democratico), guidato dal primo ministro Adnan Menderes. Nel trattato generale con gli Stati Uniti e i Paesi Europei, la Turchia ha chiesto aiuti economici particolari generosamente concessi nel Piano Marshall – influenzato dalla politica di Truman – per concretizzare il piano di dominio mondiale degli USA.
Sebbene non ci sia stata una richiesta scritta degli Stati Uniti o un trattato corrispondente, la Turchia – di propria iniziativa – ha inviato soldati in Corea a beneficio degli imperialisti per mostrarsi un amico affidabile. Il 4 aprile 1952, la Turchia divenne un membro della NATO. Sotto il “Trattato per la difesa reciproca”, la Turchia ha firmato molti accordi che l’hanno resa dipendente dagli imperialisti. Come in tutti gli altri Paesi della NATO, nel 1952 fu istituita un’organizzazione contro-guerrigliera in Turchia con la motivazione di contrastare la “minaccia di un’occupazione comunista”, e questo fu chiamato “Gruppo di lavoro di mobilitazione”. Come in tutti i paesi membri fondatori, il popolo e il parlamento non sono stati informati dell’esistenza dei contro-guerriglieri.
La contro-guerriglia, sotto il comando del vice capo dello Stato Maggiore, era ospitata nello stesso edificio dell’organizzazione di aiuti statunitensi JUSMAAT, ad Ankara / Bahcelievler. Nel 1965, il nome fu cambiato in “Special Warfare Department”, e nel 1990 fu ribattezzato “Special Forces Command”. Fino al 1974, la CIA si prese carico di tutti i costi e della formazione dei contro-guerriglieri.
CONTRO-GUERRIGLIA E CIA SI INTERSECANO
Sotto il programma “Essere d’aiuto” e attraverso la mediazione della CIA, i potenziali contro-guerriglieri venivano formati nelle scuole o nei campi di addestramento di altri Paesi imperialisti. Tra i tirocinanti c’erano ufficiali, poliziotti e civili che la CIA contattava per cercare di arruolarli come suoi agenti. L’agenzia di spionaggio USA stabilì una propria organizzazione in tutti i Paesi che voleva mantenere sotto il suo controllo attraverso i contro-guerriglieri. La CIA si fece strada negli angoli più remoti dello Stato, ricevette informazioni sui politici e sugli accadimenti molto più velocemente di coloro che detenevano il potere ufficiale. Cerca di corrompere poliziotti e ufficiali militari – che sono diventati suoi agenti o che possono essere facilmente indottrinati con la sua politica e persino i burocrati e i politici – in posizioni chiave negli organismi statali. Durante il colpo di stato, gli ufficiali della giunta militare – che erano diventati agenti della CIA – giocarono un ruolo importante nell’evolversi degli eventi.
Nel 1967, il Segretario alla Difesa Robert McNamara spiegò gli obiettivi degli Stati Uniti:
“Per aiutare l’America Latina, se necessario, sosterremo la formazione dei militari e dei paramilitari per ripristinare, insieme a loro, la tanto necessaria pace interna”.
“La vera ragione del nostro aiuto militare per questi Paesi, dove l’esercito è poco sviluppato, è di modellarli secondo l’ideologia degli Stati Uniti, e di usarli in futuro, se necessario, per governare questi paesi”.
La repressione dei contro-guerriglieri contro il popolo ha anche aumentato l’opposizione. Sono trascorsi quarantaquattro anni da quando è stata resa nota la rete di contro-guerriglia in Turchia. Negli ultimi cinque anni sono apparse considerevoli differenze, sia in relazione al potere che ha ottenuto negli organismi statali, sia riguardo ai metodi utilizzati nella guerra contro il popolo. Certamente non è una coincidenza. Il fatto che l’oligarchia – attraverso i contro-guerriglieri – usa i metodi più brutali e crudeli nella sporca guerra che ha intrapreso contro il popolo, rivela la sua impotenza contro i rivoluzionari e la lotta nazionale. Quando l’élite al potere constatò che gli strumenti che utilizzava erano insufficienti per la lotta, si vide costretta a sviluppare nuovi metodi per continuare la guerra.
Tra il 1950-1960 la “politica della Guerra Fredda” degli Stati Uniti fu applicata in modo radicale in Turchia dal Partito Democratico, guidato da Menderes e avrebbero dovuto avere i più grandi nemici nel “Comunismo” e nell’ “Unione Sovietica”. In questo clima, nel 1955, la contro-guerriglia compì la sua prima operazione: un attacco bomba contro la casa Ataturk, un museo, a Salonicco, in Grecia. Il governo e la stampa filogovernativa hanno usato questo evento per provocare la gente. I fascisti, organizzati dai contro-guerriglieri, hanno compiuto attacchi contro case, negozi e luoghi di lavoro di armeni e greci a Istanbul, distruggendoli e bruciandoli.
Ma la bancarotta della sua politica economica ha causato una forte crisi e povertà nel Paese, facendo subire al Partito Democratico una battuta d’arresto. I contro-guerriglieri aumentarono ancora di più i loro attacchi contro l’opposizione, portando infine alla crescita dell’opposizione democratica e al colpo di Stato del 27 maggio 1960. Gli Stati Uniti conoscevano questo colpo di Stato in anticipo, ma divenne chiaro che non potevano controllare i sobillatori nel modo in cui avrebbero voluto. Il fascista Alparslan Türkeş, addestrato negli Stati Uniti, inizialmente prese parte al comitato di unità nazionale appena fondato, ma lui e i suoi amici furono rapidamente rimossi e mandati in esilio. Successivamente divenne il leader del movimento fascista civile MHP Milliyetçi Hareket Partisi (Partito d’azione nazionalista).
A metà degli anni ‘60 iniziarono le azioni di massa. Nel 1967 fu fondata DISK (Confederazione sindacale rivoluzionaria) e l’organizzazione degli operai si sviluppò rapidamente. A partire dal 1968, le discussioni tra la sinistra aumentarono e la linea revisionista del TKP Türkiye Komünist Partisi (Partito comunista turco) e del TIP Türkiye İşçi Partisi (Partito laburista turco) fu considerata obsoleta. Gran parte della gioventù si dissociò da questa linea. In primo luogo fu fondata la FKF Fikir Kulüpleri Federasyonu (Federazione club del dibattito, guidata da Mahir Cayan) e in seguito la Gioventù Rivoluzionaria (Devrimci Genclik). I contro-guerriglieri furono sempre più usati contro l’opposizione crescente e radicalizzante che iniziò a lottare per la rivoluzione. In questo periodo cominciò a costituirsi un’organizzazione civile dei contro-guerriglieri: il movimento fascista MHP. Dal 1967 i fascisti civili furono addestrati nei campi di comando dei contro-guerriglieri. Leader di questo movimento è Alparslan Türkeş. Nihat Yazar, ex presidente del comitato disciplinare MHP, che in seguito lasciò il partito, in una dichiarazione al giornale Politika riferì della partecipazione di Alparslan Türkeş al colpo di Stato del 1960:
“I contatti tra Alparslan Türkeş, che fu coinvolto nel colpo di Stato, e la CIA, iniziarono in quei giorni”.
Contro la crescente opposizione popolare, lo Stato iniziò a far uso dei fascisti civili, oltre che della polizia e dell’esercito.
AZIONI PROVOCATORIE DELLA CONTRO-GUERRIGLIA
A partire dagli anni ‘60, le azioni provocatorie hanno fatto parte dei metodi della contro-guerriglia per aumentare l’impatto della sua guerra psicologica. Seguirono il colpo di Stato del 12 maggio e molte azioni di sabotaggio, facendo sembrare che i rivoluzionari ne fossero i responsabili. In questo modo lanciarono una campagna diffamatoria su larga scala. Alcune di queste azioni sono elencate di seguito:
• Una bandiera rossa è stata appesa dalla Torre di Galata a Istanbul.
• E’ stato bruciato il palazzo culturale Ataturk a Taksim / Istanbul.
• E’ stato affondato un traghetto a Eminonu / Istanbul.
• Un attacco bomba contro la stazione ferroviaria Sirkeci a Istanbul.
• Un attacco bomba contro l’aeroporto Ataturk a Yasilkoy / Istanbul.
• E’ stato dato alle fiamme il traghetto di Marmara.
La contro-guerriglia usava azioni violente ed il terrore contro i rivoluzionari, i democratici e gli intellettuali. Centinaia di persone sono state arrestate e torturate ma, come sempre in questi tipi di azioni, i responsabili non sono mai stati trovati.
L’INIZIO DELLE ESECUZIONI DI MASSA
Con il colpo di Stato del 12 marzo 1971, i contro-guerriglieri divennero ancora più forti. A differenza di quello del 27 maggio 1960, i contro-guerriglieri giocarono un ruolo importante. Durante la giunta, il nome della contro-guerriglia è diventato ancora più noto, nel centro di tortura della casa di Ziverbey a Istanbul / Erenkoy. In questo periodo il capo della contro-guerriglia dello Stato Maggiore fu Memduh Tagmac.
In seguito le organizzazioni della contro-guerriglia, il partito fascista MHP e le basi di appoggio degli estremisti di destra, guadagnarono ancora più forza. Dal 1974, quando la lotta rivoluzionaria ha cominciato ad intensificarsi, gli attacchi delle bande fasciste civili sono ricominciati. Le bande volevano controllare le scuole, i quartieri e i villaggi dell’intero Paese. L’oligarchia voleva strangolare la crescente opposizione imponendo un’occupazione fascista. Ciò ha indotto le masse, costrette alla lotta di classe, a organizzare una contrapposizione al regime. Sebbene diverse organizzazioni opportuniste e revisioniste si siano comportate passivamente verso gli attacchi fascisti, la resistenza si è sviluppata nelle scuole e nei quartieri. Grandi sacrifici furono fatti e migliaia di rivoluzionari e patrioti caddero, ma il piano fascista fu disintegrato.
Quando la crescente opposizione non poteva più essere fermata dagli attacchi fascisti supportati dallo Stato, l’oligarchia non aveva altra scelta se non quella di attuare un colpo di Stato militare. Tra il 1975 e il 1980, la maggior parte delle azioni della contro-guerriglia sono state condotte da fascisti civili. In questo periodo, rivoluzionari e patrioti furono per lo più rapiti, torturati e uccisi da organizzazioni come l’ETKO (Esercito della salvezza per i turchi imprigionati, guidato dai fascisti dell’MHP) e il TIT Türk İntikam Tugayı (Brigata di vendetta turca). Le persone assassinate furono messe in sacchi e gettate via. In questo periodo i contro-guerriglieri hanno eseguito le esecuzioni di massa più scioccanti e cospicue:
• 1 maggio 1977: la gente per le strade viene colpita da cecchini negli edifici e schiacciata da carri armati. La morte di 36 persone è stata un segnale di partenza per una vera ondata di esecuzioni di massa.
• 16 marzo 1978: di fronte all’Università di Istanbul gli studenti rivoluzionari e democratici furono fucilati mentre stavano lasciando gli edifici. In seguito sette studenti furono uccisi in un attentato bomba.
• 8 ottobre 1978: sette studenti che erano membri del TIP (Partito laburista turco), furono uccisi nelle loro case ad Ankara / Bahcelievler dai fascisti. Abdullah Catli è stato uno dei responsabili di questo massacro.
• Ottobre 1978: ad Istanbul quattro studenti sono stati fatti scendere da un autobus e fucilati da fascisti.
• 21 dicembre 1978: prima del massacro in Kahramanmaras, due insegnanti, membri della TÖB-DER Tüm Öğretmenler Birleşme ve Dayanışma Derneği (Unione degli insegnanti) furono assassinati. Il giorno seguente, il 22 dicembre, i fascisti attaccarono le persone che stavano partecipando alla cerimonia funebre per gli insegnanti uccisi. Da lì, i fascisti marciarono verso il centro commerciale dove distrussero i negozi degli aleviti, e gli edifici del CHP (Partito Popolare Repubblicano). Durante uno scontro altre tre persone vennero uccise. Il 23 dicembre, apparentemente per impedire uno scontro, i poliziotti sono stati chiamati in strada. Ciò diede ai fascisti l’opportunità di radunarsi e di avere carta bianca. I soldati, convocati dal governatore il 21 dicembre, non arrivarono mai. Il 24 dicembre, i fascisti attaccarono un quartiere prevalentemente abitato da aleviti. Uccisero bambini, anziani, donne – anche incinte – e malati. Il massacro continuò fino alla sera del 25 dicembre. 210 case e 70 laboratori furono distrutti e bruciati. Per quanto è stato possibile constatare, furono uccise 111 persone.
• 16 maggio 1979: i fascisti hanno preso d’assalto un caffè ad Ankara / Etlik Piyangotepe, frequentato dalla sinistra. Le persone furono costrette a sdraiarsi per poi essere fucilate. Sette rimasero uccise.
• 27 ottobre 1979: un caffè a Devrim Street a Istanbul / Bayram, frequentato da persone di sinistra, fu preso d’assalto dai fascisti.
• 28 ottobre 1979: un altro caffè, questa volta a Kayseri, fu crivellato di proiettili da parte dei fascisti: cinque persone morirono.
• 16 dicembre 1979: fu bombardata la Barbados Coffee House di Istanbul / Besiktas, spesso frequentata da studenti rivoluzionari. Cinque studenti morirono nell’attacco.
(Questi sono solo alcuni esempi, la lista dei massacri è quasi infinita)
DEPOSITO DI ESPLOSIVI NELLA CASA DI CONTRO-GUERRIGLIA MHP
Il 16 febbraio 1978 furono trovati esplosivi di un capitano dell’esercito in pensione, Mehmet Ali Cevirker. Fu stabilito che gli esplosivi, usati nei massacri del 16 marzo 1978 all’Università di Istanbul e a Kahramanmaras, derivavano da questo deposito. Nell’agosto del 1978, il fascista Ali Yurtaslan testimoniò che Mehmet Ali Cevirker era un membro del MHP, avendo stretti contatti con la direzione del movimento fascista. I leader del MHP prepararono documenti falsi per Mehmet Cevirker affinchè uscisse di prigione, ma gli fu impedito.
AZIONI DELLA CONTRO-GUERRIGLIA
Aeroporto Cigli di Izmir: assalto al famoso politico Bulent Ecevit
Quando Ecevit arrivò all’aeroporto, un poliziotto gli sparò addosso. Ma il proiettile colpì la gamba di Mehmet Isvan che era in piedi vicino a lui. Un secondo attacco è stato pianificato durante una riunione a Taksim / Istanbul, ma ciò è stato sventato grazie alla soffiata di Suleyman Demirel.
“Non eravamo nemmeno in grado di nazionalizzare il Consiglio dei Ministri” (Inonu a Suleyman Genc durante una visita il 22 aprile 1970)
Nel 1970 il giovane leader decise di fare un rapporto su NATO, CENTO, petrolio, economia nazionale, edilizia, nazionalizzazione delle risorse naturali e indipendenza. Questo rapporto era destinato all’allora Primo Ministro Inonu. Suleyman Genc si fece carico di stilare questo rapporto. Dopo che Inonu lo lesse, disse a Suleyman Genc:
“Lascia che ti dica cosa mi è successo una volta: ero Primo Ministro nel 1963. La situazione a Cipro stava diventando tesa. Il trattato di Londra-Zurigo fu modificato unilateralmente dal Ministro dello Stato cipriota. Ho chiesto una riunione del Consiglio dei Ministri e abbiamo discusso le misure di sicurezza necessarie. Abbiamo deciso la politica che saremo andati ad intraprendere. L’incontro fu concluso e i miei amici se ne andarono. Quarantacinque minuti dopo il console americano telefonò e chiese un incontro, specificando che voleva parlarmi dei problemi a Cipro. Accettai. Durante la conversazione elencò tutto ciò che era stato discusso durante l’incontro. Mi disse che “Questi sono pensieri pericolosi, questi potrebbero portare a reazioni violente. Il governo turco non deve essere la causa di eventi così spiacevoli”. Non eravamo nemmeno in grado di nazionalizzare il Consiglio dei Ministri, quindi cosa pensi di poter ottenere?”
“Do un ordine, e prima ancora di ottenere i risultati, Washington ne è a conoscenza”.
Nel corso di un incontro nel 1964, Ismet Inonu dichiarò come la CIA fosse infiltrata in Turchia sotto il nome di “consiglieri-esperti”:
“Vogliamo ancora una politica indipendente, piena di carattere. Tutti parlano delle stesse cose. Ma come posso farlo? Deciderò e consegnerò la questione nelle mani di esperti. Possono farlo? Sono circondati da consulenti stranieri e tutto è in ritardo. E quando questo non aiuta, adottano misure di sicurezza. Do un ordine, e prima ancora di vederne i risultati, Washington lo sa. Non ho consigli dai miei dipendenti pubblici, li prendo dai consulenti stranieri. Abbiamo consegnato in questo modo lo Stato ad altri? Non mi hanno mai mostrato un rapporto che costituisse una vera soluzione. Tutto era proibito. Tutto ciò che facciamo, lo facciamo con il popolo. E così migliaia di persone semplicemente vagano, avendo certe abilità. E ora queste gang sono all’ordine del giorno. Avremmo potuto risolvere la tensione tra i due Stati da soli. Riguarda tutto l’attacco ai nostri poteri d’iniziativa. Erano pronti a fare una proposta se avessimo accettato almeno uno dei loro esperti. Non eravamo d’accordo. Sapevamo perfettamente perché volevano questo. E sapevano perfettamente perché non eravamo d’accordo. Ecco come stanno le cose.
Prometti, e quando firmi, arrivano il giorno dopo. Allora provi solo a liberartene di nuovo! Non se ne andranno mai più. Ma dobbiamo considerare seriamente questo. Altrimenti è impossibile condurre una politica estera e interna indipendente. Non pensare che sia tutto così facile. Anche eventi inaspettati sono migliori di questo stato di cose. Se provassimo a sbarazzarci di loro, non so cosa ci succederebbe.”