DISSIDENTI DELLE FARC-EP

NOI QUI SOTTO FIRMATARI.

Compagni organizzatori dell’8° Simposio Eyup Bas in Turchia.

Accettate il nostro saluto di cuore, dalle montagne guerrigliere della Colombia.


Noi che sottoscriviamo questo saluto siamo tutti quei guerriglieri di base e dei comandi intermedi traditi da un Segretariato che, alle spalle di tutta la base della guerriglia, è sceso a patti con il nostro nemico di classe, con coloro che abbiamo combattuto per 52 anni, sotto la direzione del compagno Manuel Marulanda Vélez e del compagno Alfonzo Cano, uno morto per cause naturali, ad 80 anni (67 anni di vita guerrigliera) senza cedere di un centimetro di fronte al nemico, l’altro durante una caccia all’uomo condotta da 6.000 soldati in cui non si arrese e morì in piedi, come muoiono gli autentici figli del popolo…
Detto questo, faremo un breve riassunto di come è stato tessuto questo tradimento da parte di un Segretariato estraneo e lontano dalla base guerrigliera.

Nel 1953 il Generale Gustavo Rojas Pinilla concorda un armistizio con le guerriglie liberali (origine delle FARC-EP), durante il quale, dopo la smobilitazione della guerriglia, viene assassinato il comandante Guadalupe Salcedo.

Quando era ancora vivo il nostro comandante Marulanda, si realizzarono conversazioni di pace nel 1982 con il Presidente Belisario Betancur, da poco eletto. Da questo dialogo nasce il movimento politico Union Patriotica: l’anno successivo alla sua fondazione erano stati assassinati 3.000 suoi dirigenti e militanti.

Il Governo di Virgilio Barco (1986-1990) inizia un programma chiamato “Iniziativa per la Pace”: anche questi negoziati falliscono.

Tra aprile e giugno 1992 durante il Governo di Cesar Gaviria furono iniziati i negoziati si pace con la Coordinadora Guerrillera Simon Bolivar (formata da FARC, ELN e EPL) a Tlaxcala, in Messico. Anche in questo caso non ci furono accordi.

Durante il Governo di Andrés Pastrana (1998-2002) si realizzarono i negoziati si San Vicente del Caguan, finiti pure in un fallimento, sempre per la stessa ragione: il nemico aveva posto come condizione l’abbandono delle armi. Condizione che Marulanda non accettò mai.

Poi (ci furono) i duri scontri che portarono alla morte del compagno Raul Reyes (Santa Rosa de Yanamaru, Ecuador, 1 marzo 2008), all’assassinio mirato del Comandante Ivan Rios (Sanson, Antioquia, 3 marzo 2008), alla morte del compagno Marulanda (selvas del Meta, 26 marzo 2008), alla morte del Comandante Mono Jojoy (La Macarena, Meta, 22 settembre 2010), in uno spietato bombardamento al suo accampamento, e, per finire, alla caduta in combattimento, assediato da 6.000 uomini tra i meglio addestrati dell’Esercito Colombiano, del compagno Comandante Alfonzo Cano (Suarez, Cauca, 4 novembre 2011).

E’ strano che, dopo tutte queste perdite importanti per il movimento, e dopo la nomina a Comandante in Capo di Timoleon Giménez, comincino delle improvvise e rapide conversazioni di Pace, alle spalle della base guerrigliera, e che, all’improvviso, ci troviamo sorpresi dai negoziati che i dirigenti conducono a La Avana senza consultazioni (al contrario di quanto hanno dichiarato i membri designati per i negoziati) nei quali vengono imposte a tutto il collettivo dei combattenti delle condizioni mai discusse.

Durante il processo di pace la repressione contro i settori rivoluzionari e progressisti non è cessata. Le cifre parlano da sole. Dei 117 leaders sociali assassinati nel 2016 in Colombia, 57, cioè il 66%, morirono nel sud-ovest colombiano (Nariño 9, Cauca 43 e Valle 5). E, secondo il rapporto elaborato dalla Ong Somos Defensores, dei 5 dipartimenti con il maggior numero di leaders assassinati, 3 sono del sud-ovest: Nariño, Cauca e Valle del Cauca. Questa tendenza pare confermata nel primo trimestre del 2017, dato che dei 34 leaders assassinati nel paese, 13 furono uccisi nel sud-ovest e 7 nel Cauca.
La maggior parte delle vittime avevano in comune il fatto di essere militanti o leaders di movimenti sociali e politici come le Juntas de Accion Comunal (JAC), la Guardia Campesina e le comunità indigene. Appartenevano anche a riconosciuti gruppi di sinistra come Coccam, Fensuagro, Marcha Patriotica, Congreso de los Pueblos, Partido Comunista o Union Patriotica.

Abbiamo sempre avuto chiaro che la guerriglia non è la causa della guerra, ma la sua conseguenza.

Ora tutti noi combattenti che si rifiutiamo di accettare “La Pace” del nemico veniamo chiamati “trafficanti di droga”, “delinquenti che agiscono con la scusa della rivoluzione”, fino ad arrivare a dire che “ci siamo alleati con i paramilitari per portare avanti il traffico di droga”.

Tutto quanto detto finora è il prezzo che paghiamo per non accettare questa pace romana, imposta dal Governo e dalla dirigenza (vai a sapere se comprata…).

Adesso siamo calunniati dalla stampa, dal Governo e dagli stessi nostri ex-compagni che si sono dati il compito di denunciarci e combatterci.

Sappia il mondo che continuiamo la lotta e che il nostro obiettivo è raggiungere il socialismo con l’unico modo veramente rivoluzionario: con le armi in pugno.
I nostri migliori auguri per lo svolgimento positivo del Simposio Eyup Bas in Turchia.

Per i nostri morti, neanche un minuto di silenzio! Tutta una vita combattendo!
La Pace si conquista lottando!

Firmato:
Frente 1, Frente 5, Frente 3, Frente 10, Frente 32, Frente 34, Frente 43, Frente 57, Frente 58, Milicias Bolivarianas de Bogota, Milicias Bolivarianas de Medellin, Milicias Bolivarianas de Cali, Milicias Bolivarianas de Barranquilla, Milicias Bolivarianas del Meta, Milicias Bolivarianas del Vichada, Milicias Bolivarianas del Putumayo, Columna Danie Arana.
Selva e città insorte della Colombia.

Siamo FARC-EP.
Non siamo un’eccezione, siamo popolo in armi.

, , ,